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L'associazione "Antonino Caponnetto" sull'ultimo consiglio comunale

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Abbiamo visto, con non poco sconcerto, la registrazione dello svolgimento del consiglio comunale di Terracina svoltosi lo scorso 25 gennaio.

Appare, infatti, estremamente grave che in una città dove si susseguono episodi criminosi, gravi atti intimidatori, dove è conclamata la presenza ingombrante degli imputati di importanti inchieste, come l’operazione DirtY Glass, i rappresentanti delle Istituzioni, nell’ambito del Consiglio Comunale, massima assise cittadina per eccellenza, piuttosto che fornire risposte a chi pone domande e tranquillizzare la popolazione circa il proprio impegno a tutela della legalità, visti anche i recenti sequestri, incentrino le proprie energie a fornire dati sensibili di chi alcune operazioni attualmente oggetto di inchiesta ha denunciato, quasi a dar il senso che si sia attuato una qualche forma di dossieraggio nei loro confronti.

Altrettanto grave, e francamente inquietante, ci è parso il sollevare sospetti di illegittimità e anomalie, minacciandone la verifica della correttezza, come se il dovere di verifica del rispetto delle norme, precipuo compito di chi amministra la cosa pubblica, si possa utilizzare come strumento di pressione o, peggio ancora di intimidazione, piuttosto che come adempimento del proprio ruolo istituzionale. 

Parimenti da stigmatizzare ci è parso il comportamento dell’intero Consiglio Comunale dove, nessuno, negli scarsi interventi, si è sentito in dovere di condannare l’atteggiamento minatorio del Vice Sindaco né, tantomeno, ha ritenuto di dover approfondire nel merito le ombre speculative che sempre più cupe
incombono su un’area di pregio della città, posta a soli 50 metri lineari dalla battigia, o di chiarire in onore alla trasparenza che appare doverosa in questa fase in cui è stata accertata la presenza nel tessuto sociale e produttivo locale della malavita organizzata, chi si muova dietro lo strano gioco di scatole cinesi nella composizione societaria degli investitori e quale tracciabilità abbiano i fondi che verranno investiti.

Riteniamo non siano queste le modalità per stimolare la crescita dei doverosi anticorpi che un tessuto sociale sano dovrebbe avere come reazione al reiterarsi di episodi criminali, né tantomeno che con questo atteggiamento si possa riuscire a diradare quel velo di sospetto, spesso, purtroppo, fondato, come i fatti attestano, che ormai avvolge ogni singola operazione economica sul territorio, foss’anche l’apertura di una nuova attività commerciale.

In tale contesto, davanti ad atteggiamenti che ricordano modalità molto diverse da quelle che dovrebbe avere un ente pubblico, che hanno avuto quale unico effetto quello di farci alzare il livello di guardia, vogliamo esprimere la nostra piena solidarietà a quanti, forze ambientaliste, politiche e singoli/e cittadini/e, sono stati oggetto di tali inaccettabili condotte, spronandoli a rimanere vigili e ringraziandoli per la loro pratica di cittadinanza attiva, che dovrebbe essere di esempio all’intera collettività.

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