Il Natale è uno straordinario momento anche per riflessioni di carattere sociale.
Quella di stretta attualità per il microcosmo terracinese riguarda la questione del disagio giovanile, che pur evidenziandosi in forme cruente la politica che amministra da diversi anni la comunità non riesce a programmare alcun progetto riconosciuto per controbatterlo.
Il grave fenomeno inoltre è lapalissiano a tutti: alle forze di polizia come ai servizi sociali dell’ente comunale.
Fatte salve le forze dell’ordine, che con i pochi mezzi a disposizione fanno oltre il lavoro d’istituto, assenti in buona parte sono proprio i servizi sociali e gli amministratori del Comune di Terracina, che devono contare su una società partecipata impantanata a un sistema operativo fuori contesto.
Politica e Azienda Speciale Terracina che evidentemente fanno finta di non sapere delle nuove emergenze sociali cittadine le quali hanno bisogno d’interventi seri, certi, immediati.
Un plauso invece per l’imminente apertura della mensa dei poveri, per il solo merito del mondo cattolico, che ancora una volta si è caricato sulle sue spalle le inefficienze delle istituzioni pubbliche.
Per il disagio dei giovani terracinesi forse sarebbe utile comprendere la dimensione del fenomeno che porta tra l’altro a condotte asociali come quella manifestatasi con il pestaggio di un ragazzo da parte di suoi presunti “amici” e soltanto qualche mese fa all’omicidio di un giovane.
In altri momenti avevamo rilevato come la politica locale debba stipulare con la città un nuovo patto di coesione sociale, con un welfare che si ponga l’obiettivo di migliorare la struttura sociale attraverso la riforma dei servizi già esistenti e l’avvio di nuovi progetti, con un settore che attenzioni le dinamiche sociali per indirizzare meglio gli interventi sui bisogni individuati, ma anche valutandone l’efficacia ed eliminando quelli divenuti inadeguati.
Da questa condizione l’invito “natalizio” ai novelli “Mazzia e Menichelli” di piazza Municipio: fate meno selfie e più amministrazione.
Amministrazione seria però e non quella delle bagattelle spacciate per grande amministrazione pubblica.
Basta quindi con la ripetizione ipnotica di un’immagine, di una frase o di una foto che richiama l’ego di chi la produce.
Basta con il culto della personalità, che non appartiene certo alla cultura della politica e dell’amministrazione pubblica terracinese.
Gina Cetrone
Movimento politico Sì Cambia