Il movimento politico giovanile “Gioventù Nazionale Terracina” intende chiarire la propria posizione a riguardo della questione immigrazione: condividiamo pienamente la linea portata avanti dal sindaco Nicola Procaccini. Per cominciare, esiste un decreto legislativo, emendato dal Ministero dell’ Interno, che stabilisce l’obbligo di accoglienza dei migranti, richiedenti asilo, nei comuni Italiani. Fatta questa premessa, vien da sé che nessun sindaco Italiano ha modo di opporsi ad un provvedimento proveniente da un’istituzione a cui il comune stesso è subordinato. Considerati gli obblighi imposti dalla legge del governo, le possibilità di accoglienza sono due:
1-Adesione al progetto “S.P.R.A.R.” (Sistema di Protezione per Richiedenti Asilo e Rifugiati)
2-Gestione dell’accoglienza totalmente affidata alla prefettura : “C.A.S.” (Centro Accoglienza Straordinaria)
Reputiamo opportuno optare per la prima soluzione, la quale permette di gestire l’immigrazione in maniera organica , omogenea, e soprattutto autonoma: con la scelta di tale opzione, c’è la possibilità di selezionare i rifugiati da accogliere e dar loro modo di dedicarsi a progetti didattico-formativi, socialmente utili e finanziati al 95% dallo stato Italiano. Questa risulta l’unica scelta che permette all’amministrazione di gestire l’accoglienza: non siamo assolutamente contrari all’immigrazione controllata, poiché “fondamenti di razzismo etnico” non sono mai entrati a far parte nella nostra idea di società. In caso di non adesione al progetto “S.P.R.A.R.”, la gestione dell’immigrazione passerebbe interamente nelle mani della prefettura, come è avvenuto in altri comuni della provincia di Latina, in cui le relative amministrazioni hanno scelto di rifiutare l’adesione al progetto “S.P.R.A.R.”. Purtroppo, ciò ha comportato una gestione disomogenea e disorganizzata dell’immigrazione all’interno della provincia. Altre amministrazioni comunali che hanno scelto di opporsi ad entrambe le opzioni da applicare a seguito dell’approvazione del decreto legislativo n. 142 del 18 Agosto 2015, sono state costrette a scontare un severo provvedimento dal prefetto, il quale ha pienamente preso in mano la situazione, spargendo gli immigrati in provincia, a macchia d’olio, in maniera tutt’altro che organica, lasciando tali incolpevoli in discutibili condizioni igieniche, al freddo, giorno e notte, ed elemosinando misere monete all’entrata di supermercati o altre strutture del genere. Ma non è tutto: c’è anche da analizzare il caso di un residence presente a Terracina, precisamente in località “San Vito”,dislocato, lontano dal centro della città , che da mesi ospita ventidue Bengalesi in condizioni pietose, a seguito di un finanziamento del governo pari a 35€ giornalieri per rifugiato, di cui 32,50€ spettanti al proprietario della struttura ospitante e 2,50€ spettanti al migrante: la prima è una cifra consistente che permette al proprietario della struttura di trarre un vero e proprio stipendio mensile molto più che modesto, la seconda è una cifra irrisoria e assolutamente insufficiente per soddisfare una qualsiasi necessità . Ma non è tutto: affidando interamente la gestione dell’ immigrazione ai “C.A.S.”, si elimina automaticamente qualsiasi obbligo di avviso sia al primo cittadino, sia alle forze dell’ordine. Ed infatti, in questo caso, sia Nicola Procaccini, sia gli agenti della polizia Statale, erano ignari di tutto, poiché in caso di non adesione al progetto “S.P.R.A.R.”, qualsiasi rapporto verrà interamente regolato dal “C.A.S.” , sostanzialmente dalla prefettura e dalla relativa struttura privata destinata all’accoglienza dei profughi, a cominciare dalla trattativa economica: per l’accoglienza di profughi, una struttura “X”, chiede al prefetto una cifra economica “Y”, ed egli ha la facoltà di effettuare una decisione in totale indipendenza dall’amministrazione del comune in cui essa è situata. Infine, in caso di conclusione della trattativa, non è vincolato da alcun obbligo di avviso né verso il sindaco, né verso le altre autorità di sicurezza cittadina. Non è questo il destino che vogliamo per i rifugiati politici: essi meritano un’accoglienza migliore, e soprattutto nessuno merita di arricchirsi a nostra insaputa, sfruttando una questione così delicata solo per scopi di lucro. Solo scegliendo di aderire al progetto “S.P.R.A.R.”, tutto sarà nelle nostre mani, mentre con i nostri occhi, purtroppo, stiamo già vedendo le conseguenze della mancata adesione, di altri comuni, al progetto, citate precedentemente. In casi come questi, “prevenire è meglio che curare”, diventa più di un proverbio.
Il coordinatore di “Gioventù Nazionale Terracina” Enrico De Felice