In questi giorni è stata resa nota l’ordinanza di condanna per condotta discriminatoria contro il Comune di Terracina, emanata dal Tribunale di Latina a seguito del ricorso presentato da un cittadino in condizione di disabilità nonché dall’Associazione “Luca Coscioni”, basato sui dettami della L.67/2006.
Tale ordinanza di condanna, pone in evidenza l’impossibilità di poter accedere agli arenili del litorale di levante e quello di ponente, siano essi riservati o liberi, determinata dalla presenza di numerose barriere architettoniche che impediscono alle persone con ridotta o impedita capacità motoria di poter usufruire del bene demaniale, anche attraverso stabilimenti balneari poiché questi non risultano essere adempienti rispetto a quanto sancito dalla L.104/1992, nota come Legge quadro sull’handicap.
L’ordinanza di condanna prevede, oltre al risarcimento del danno non patrimoniale, che il Comune di Terracina, entro il 31/05/2025 – prima dell’inizio della nuova stagione balneare -, dia luogo a tutti gli interventi utili per consentire alle persone diversamente abili la piena fruizione del bene demaniale.
Come si è arrivati a tutto ciò?
Al fine di contestualizzare la condanna ai fatti per cui la stessa è stata pronunciata, è necessaria una breve narrazione che vede alcuni membri dell’attuale Comitato cittadino “Terracina Inclusione sociale Disabili” nonché il cittadino che ha adito le vie legali, protagonisti della vicenda già dalla stagione balneare 2020.
Infatti, nel 2020, il Comune di Terracina ha indetto nuove gare per il rinnovo delle concessioni balneari; tali rinnovi, a causa di vicissitudini amministrative e penali non hanno avuto seguito e, diversi tratti di arenili sono rimasti liberi. Fino all’estate 2019, esistevano, su alcuni tratti del litorale di ponente, alcuni stabilimenti balneari ricettivi all’accoglienza delle persone con disabilità e tra questi ricordiamo lo stabilimento “White Beach” ed il Circolo Remiero, che ospitava il progetto “Spiaggiabile” con a disposizione circa 14 postazioni attrezzate per i portatori di handicap. In particolare, proprio il Circolo Remiero, nel 2020 non ha potuto più accogliere le persone con disabilità a causa dei requisiti posti all’interno della concessione, molto più stringenti dei precedenti richiesti dall’Amministrazione. Da quel momento iniziavano un serie di disagi riguardo all’accessibilità alle spiagge anche perché l’Amministrazione fu carente nell’allestire in base ai dettami della L.104/1992 gli arenili comunali riservati ai diversamente abili.
Nella stagione balneare 2021, sia il cittadino diversamente abile che ha successivamente adito le vie legali che alcune sigle associative della città tra cui “Città Partecipata” e SPI-CGIL, constatando il notevole ritardo con cui il Comune di Terracina provvedeva – tramite l’Azienda Speciale – ad allestire i lidi comunali per renderli fruibili anche alle persone con ridotta o impedita capacità motoria, procedevano tramite un esposto, ad interessare la Procura della Repubblica di Latina, per segnalare la condotta discriminatoria intrapresa dal Comune ma l’Amministrazione, nonostante avesse ricevuto indicazioni e suggerimenti anche dal Presidente e vice presidente della Consulta Disabilità della Regione Lazio, nicchiò anche in quella circostanza così come fece nelle successive stagioni balneari.
Si è così arrivati alla stagione balneare 2024, in affanno, come ormai avviene da circa 4 anni e qualche piccolo risultato è stato raggiunto tuttavia questo non ha riscontrato completa soddisfazione da parte dei fruitori.
Noi del Comitato abbiamo fatto del tutto per scongiurare questa condanna. Sin dai primi giorni dell’insediamento dell’attuale Amministrazione (2023) abbiamo tenuto incontri con la stessa e con le parti coinvolte anche nel giudizio che già pendeva presso il Tribunale; sono state fatte proposte, abbiamo fornito suggerimenti e soluzioni che hanno poi trovato ostacoli, apparentemente insormontabili, rappresentati anche da ipotetiche difficoltà che sarebbero state arrecate ai normodotati, in caso di realizzazione.
Il Comitato cittadino per le disabilità “Terracina Inclusione Sociale Disabili”, ritene che tale condanna per condotta discriminatoria verso le persone con ridotta o impedita capacità motoria, seppur rilevata in un contesto di mancata fruizione del bene demaniale non possa essere circoscritta a questa sola casistica ma debba essere necessariamente recepita e ricondotta, in modo complessivo, all’abbattimento di tutte le barriere architettoniche presenti in città e che i mancati interventi volti alla loro eliminazione non rappresentano solo la semplice inosservanza dei dettami della L.104/1992 ed altre norme a tutela dei portatori di handicap ma costituiscono un fatto culturale, sociale, economico ed insostenibile - dal punto di vista ambientale - che preclude, alle persone in condizione di disabilità, la possibilità di una vita dignitosa in qualunque contesto.
Non è accettabile che uno o più cittadini diversamente abili, siano costretti ad adire gli organi giudiziari per veder riconosciuti i propri diritti.
Non è accettabile che il riconoscimento di diritti, sanciti dalla legge, debba avvenire attraverso estenuanti battaglie perché la società non è solidale o sufficientemente sensibile al tema della disabilità e le istituzioni nicchiano.
Quando si arriva a questo genere di condanna, a perdere non sono solo le Istituzioni ma la società tutta.
Quello che ci aspettiamo da questa condanna è una attenta riflessione da parte dell’Amministrazione che comporti, quanto prima, l’approdo in Consiglio Comunale del PEBA (Piano Eliminazione Barriere Architettoniche), già adottato nella relativa Commissione.
Auspichiamo l’inizio di un confronto serio e produttivo tra l’Amministrazione e tutti i portatori di interesse per arrivare a predisporre, dopo aver individuato le necessarie priorità, un piano di azione volto a prevedere tutti gli interventi opportuni, intraprendendo un percorso collaborativo fatto un passo alla volta ma ogni passo dovrà essere condiviso e fatto correttamente per non incorrere più in soluzioni approssimative ed inutilmente dispendiose a danno della comunità.