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Per i Pentastellati oggi la festa di una città mai liberata

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In un paese normale, un amministratore condannato in secondo grado per danni all’ente che rappresenta, dovrebbe rassegnare le sue dimissioni immediate.

In un paese normale, l’ente che subisce un danno così spudorato dovrebbe prendere seri ed opportuni provvedimenti senza indugi.

In un paese normale, le opposizioni, qualora ce ne fossero, dovrebbero chiedere a gran voce che la legalità e l’onorabilità del Comune vengano garantite e ripristinate. Questo però non è un paese normale, non lo è mai stato. Ogni volta che la magistratura contabile o penale interviene, trova la reazione di una politica sorda e connivente. Tutti silenti e impietositi, tutti coinvolti e nessuno immune ad un sistema di potere ben oliato, consolidato e  apparentemente inscalfibile.

Le trame e le vicende dell’Azienda Speciale, della sua amministratrice  Amici, dell’ex sindaca Tintari e della già assessora Zappone, non sorprendono più di tanto. Quello che però non smette di disgustare è la silente omertà di tutta la politica terracinese ben seduta e rappresentata in Consiglio Comunale.

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