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Schierare i militari nelle campagne

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Il 19 marzo scorso abbiamo letto sulla stampa locale che a Terracina, in seguito ai controlli effettuati dalle forze dell’ordine per l’emergenza coronavirus, sono stati fermati due furgoni che, oltre agli autisti, trasportavano al loro interno 25 braccianti stranieri ammassati in spregio alle attuali regole di prevenzione della pandemia.

Abbiamo poi letto questo articolo (https://ilmanifesto.it/per-noi-sikh-nei-campi-lemergenza-non-vale) nel quale il sociologo Marco Omizzolo scrive:

I furgoncini dei caporali sono ancora pieni di uomini e donne portati a lavorare nelle campagne dal nord al sud della provincia pontina. Si parte da Sabaudia, Terracina, San Felice Circeo e fanno stradine di campagne interne per non essere fermati dai Carabinieri e dalla Polizia.

Chiediamo pertanto al prefetto di schierare i militari nelle campagne dell’Agro Pontino.

L’operazione non dovrebbe essere difficile da attuare.

Bastano dei posti di blocco presso tutti gli incroci delle strade di campagna.

Inoltre, come è stato fatto nelle più grandi città italiane in seguito agli attentati dell’ISIS, quando sono stati schierati i militari ad ogni stazione ferroviaria e ad ogni fermata delle metropolitane, considerati “siti sensibili”, bisogna partire dal presupposto che anche le aziende agricole del nostro territorio, così come di tutta l’Italia, sono “siti sensibili”.

Vanno pertanto schierati due soldati all’ingresso di ogni azienda agricola, con un altro soldato che pattuglia attorno.

Contemporaneamente, i droni potrebbero sorvegliare le campagne dall’alto.

Ai posti di blocco verrebbero fermati solo i furgoni.

Nello stesso tempo, le forze dell’ordine dovrebbero presidiare i luoghi di partenza dei furgoni dei caporali.

Il sociologo Marco Omizzolo, nel suo ultimo libro intitolato “Sotto padrone”, descrive chiaramente dov’è uno di quei luoghi a Terracina. Tra l’altro, in pieno centro.

Se lo sa Marco Omizzolo, lo sanno anche le forze dell’ordine.

Speriamo che le istituzioni e le autorità accolgano questo nostro appello, che ripeteremo continuamente e divulgheremo con tutti i mezzi a nostra disposizione.

Si dice che da questa emergenza sanitaria usciremo tutti diversi e, soprattutto, migliori.

Noi non ne siamo assolutamente convinti, perché gli stupidi resteranno stupidi, gli ignoranti resteranno ignoranti e i disinformati resteranno disinformati.

Però siamo altrettanto convinti che il nostro territorio, così come tutta l’Italia, possano tranquillamente fare a meno degli imprenditori disonesti.

Come ha detto Alberto Angela, «Il virus è molto subdolo, rimane in silenzio per molto tempo prima di emergere. Un po’ come uno squalo in acqua. E allora noi non entriamo in acqua».

Ecco, proviamo però a togliere anche qualche squalo dall’acqua.

Noi restiamo a casa, obbedendo alle disposizioni governative, ma non giriamo la testa dall’altra parte.

Ci auguriamo che non lo facciano neanche le istituzioni e le autorità dopo aver letto questo nostro appello.

Grazie.

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