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Le iniziative in occasione dell'Appia Day

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La Sede di Terracina dell’Archeoclub d’Italia, il WWF Litorale Laziale-Gruppo Pontino e l’Associazione “Cultura e Territorio” in collaborazione con il Comune di Terracina hanno promosso e organizzato, nell’ambito delle attività previste per l’Appia Day 2017, un’iniziativa culturale e didattica per la migliore conoscenza, valorizzazione e fruizione dell’antico tracciato della Via Appia a Terracina nel suo doppio percorso di Via Appia claudia (312 a.C.) e Via Appia traianea (inizio II sec. d.C.). Per tali motivi saranno effettuate le seguenti attività: 1) pulizia della grande esedra romana all’incrocio tra la Via Appia claudia e la Via Appia traianea (km 108 della SS Appia n. 7) e rimessa in luce del monumento liberandolo dalla vegetazione infestante e dai rifiuti; 2) documentazione fotografica del monumento e del suo immediato contesto ai fini della sua maggiore tutela e valorizzazione; 3) percorso didattico sulla Via Appia claudia fino alla grande esedra traianea per i gruppi di studenti partecipanti. Con tale iniziativa, organizzata in occasione dell’Appia Day 2017, le Associazioni promotrici e i cittadini aderenti intendono chiedere alle istituzioni competenti (MIBACT, Regione Lazio, Comune di Terracina) il recupero, la valorizzazione e la fruizione permanente del tracciato superiore della Via Appia a Terracina compreso tra l’acropoli di S. Francesco e l’esedra traianea sul Lago di Fondi, concepito come “Parco dell’Appia” all’interno del Parco Regionale dei Monti Ausoni, con riferimento particolare alla recente L.R. n. 2 del 10 marzo 2017, concernente le “Disposizioni per la realizzazione, manutenzione, gestione, promozione e valorizzazione della Rete dei Cammini della Regione Lazio (RCL)”.

Archeoclub di Terracina WWF Litorale laziale-Gruppo Pontino Ass. “Cultura e Territorio” 

IL DOPPIO PERCORSO DELLA VIA APPIA A TERRACINA(a cura dell’Archeoclub) Scheda di sintesi Nel 312 a.C. Appio Claudio, all’epoca censore di Roma, avviò la costruzione del primo tratto della Via Appia, nell’ambito dell’espansione romana nel Mezzogiorno d’Italia. Con inizio da Porta Capena, nei pressi delle Terme di Caracalla, la Via fu realizzata per 195 km fino a Capua (oggi S. Maria Capua Vetere), passando per Ariccia, il Foro Appio (attuale Borgo Faiti), Terracina, Fondi, Formia e Minturno. Successivamente, a seguito delle conquiste militari verso Sud, l’Appia fu prolungata fino a Benevento, Venosa e Taranto, per poi terminare, intorno al 120 a.C., a Brindisi, la cosiddetta Porta d’Oriente, dopo un percorso di circa 539 km. La Via, giunta a Terracina dopo aver superato i Colli Albani e la pianura pontina con un percorso di circa 96 km, proseguiva fino all’attuale sito dell’Epitaffio, con un tracciato di circa 13 km adeguato all’orografia dei Monti Ausoni, alla conformazione del territorio e all’ubicazione della città murata. La strada, infatti, deviando il suo percorso verso nord-est, nell’odierna zona di Ponte Alto, e aggirando il Monte Leano ai suoi piedi, nei pressi del santuario di Feronia, si immetteva nella Valle di Terracina costituendo la principale direttrice della vasta e regolare divisione agraria (“centuriazione”) realizzata pochi anni prima (329 a.C.). Subito dopo l’Appia attraversava la città di Terracina, divenendone il decumano maggiore (oggi in gran parte ricalcato dal Corso A. Garibaldi) e orientandone l’impianto urbanistico: da Porta Maggio la Via saliva in rettifilo fino al Foro Emiliano e con due tornanti raggiungeva l’acropoli, superando il colle di S. Francesco e uscendo dalla porta nord. Da qui la strada affrontava l’intero versante settentrionale del Monte S. Angelo, salendo fino alla quota di m 147 s.l.m., scendendo poi fino allo slargo di Piazza Palatina e proseguendo verso la Piana di Fondi. Oltre quattro secoli dopo, all’inizio del II sec. d.C., fu realizzata a Terracina, molto probabilmente ad opera dell’imperatore Traiano, la variante costiera dell’Appia consolare, con un tracciato di circa 7 km. Il nuovo percorso non solo consentiva di evitare l’impervia salita e la conseguente discesa del Monte S. Angelo e del Monte Croce, rendendo più agevole e piana la viabilità, ma realizzava soprattutto il diretto collegamento della strada al rinnovato porto della città, secondo un più generale disegno di potenziamento delle grandi vie di comunicazione dell’impero. Questo secondo tracciato della Via Appia traianea si separava dal precedente nei pressi dell’attuale Piazza Quattro Lampioni (ricalcando in parte la precedente via che conduceva al porto) e attraversava la città bassa e il Foro “Severiano”. Raggiungeva quindi e superava il Pisco Montano, grazie all’imponente taglio dello sperone e del successivo fronte roccioso e ad opere di arginatura lungo il precipizio marino. La Via proseguiva poi lungo il piede montano fino a ricongiungersi, al km 108 circa dell’attuale Strada Statale Appia n. 7, nei pressi del Lago di Fondi, con la più antica Appia claudia che scendeva da Piazza Palatina. Tale incrocio fu segnalato con la costruzione di un’esedra monumentale, i cui notevoli resti ancora oggi testimoniano la memoria e l’importanza dell’impresa compiuta 19 secoli fa. 

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