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Casa di riposo Curzio Salvini, la UILTUCS LATINA contesta le accuse dell'IPAB

La replica: "nessun dipendente risultava assente e alcuna irregolarità è stata riscontrata"

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La uiltucs latina contesta l’atteggiamento riscontrato in questi giorni dall’Ipab, questi lavoratori con senso di responsabilità da anni si autogestiscono essendo dipendenti di una fondazione chiaata Alzaia, la quale da anni è in liquidazione. Esiste un liquidatore al quale abbiamo inoltrato più volte richieste di incontro per affrontare le problematiche quotidiane, oltre alle tante irregolarità contrattuali riscontrate nelle buste paga, la fondazione che gestisce il servizio ha la stessa sede dell’Ipab, cioè a Gaeta, questi operatori non meritano questo atteggiamento in quanto autogestiscono la Casa di Riposo senza direttive e senza strumenti da tempo, l’Ipab la  fondazione Alzaia non conoscono la realtà ed il sacrificio quotidiano di questi lavoratori, parlano di assenteismo nonostante la struttura è sotto organico, centinaia di ore di lavoro mensili non vengono pagate, la paga oraria ed il contratto nazionale è violato e non applicato, mensilità in ritardo e non corrisposte, sono questi i punti che la fondazione ed Ipab dovrebbero affrontare prima di parlare di altro. la Uiltucs Latina vigilerà attentamente su questa vertenza, attualmente “Ipab” dovra’ affidare con un bando il servizio di Terracina, non vogliamo pensare che gli atteggiamenti di questi giorni servono ad alleggerire il personale prima che subentri il  nuovo affidatario, le spese di questi servizi per noi della Uiltucs Latina non sono i dipendenti, non sono la forza lavoro, le spese andrebbero ridotte nell’Ipab e dovevano essere controllate nella fondazione Alzaia.

 Il blitz del 27 luglio scorso del direttore dell’Ipab SS. Annunziata presso la Casa di Riposo <Curzio Salvini> di Terracina, contrariamente a quanto riportano da alcuni organi di stampa, non ha riscontrato alcuna infrazione né alcuna violazione: tutti i dipendenti che dovevano essere in servizio a quell’ora e in quel giorno, come da turnazioni prestabilite ad inizio del mese, lo erano e nessun dipendente risultava aver firmato ma assente dal lavoro. Il direttore dell’Ipab, che ha fatto il blitz in nome e per conto del Commissario liquidatore della Fondazione, ente in house dell’IPAB, si è esclusivamente interessato dei cosiddetti <fogli firma>  e non ha considerato:

  1. Che la casa di Riposo da più di un anno non ha il Responsabile in possesso dei requisiti di legge;
  2. Che anche la dipendente amministrativa, che di fatto è stato costretta a fungere da responsabile, pur non avendo i requisiti di legge, era stata posta in ferie e non era stata sostituita;
  3. Che, quindi, la struttura da giorni non aveva alcun Responsabile a cui riferirsi e i dipendenti di fatto erano costretti ad una forzata autogestione per assicurare la continuità del servizio;
  4. Che da tempo la forza lavoro in servizio presso la Casa di Riposo è sottodimensionata e mancano alcune figure professionali previste dalla legge;
  5. Che la carenza di organico costringe da tempo i dipendenti a sobbarcarsi orari e turni di lavoro proibitivi e ai limiti della legittimità;
  6. Che in qualche caso si è costretti a lavorare anche in assenza di contratto, come per l’Assistente sociale, il cui rapporto professionale da tempo risulta scaduto e non rinnovato, al sol fine di non far mancare agli anziani un servizio indispensabile, previsto dalla legge;
  7. Che si è costretti a svolgere continuamente attività che esulano dalle proprie mansioni, a recuperare e gestire direttamente- per esempio- alcune rette mensili per procedere <alla buona> ad acquistare ciò che serve per assicurare quotidianamente una vita dignitosa agli anziani ospiti;
  8. Che una quota rilevante di ospiti non risultano più autosufficienti (dovrebbero, quindi, essere trasferiti in strutture adatte), richiedendo, di conseguenza, un’attenzione e una cura particolari che esulano dalle possibilità dell’attuale organico. Pur tuttavia, l’attuale personale ha sempre assicurato ogni utile intervento, nel disimpegno totale dell’IPAB e della Fondazione, anche a costo di sacrifici personali;
  9. Che in diverse circostanze al personale in servizio non è stato corrisposto lo stipendio mensile nei tempi previsti. La tredicesima relativa al 2016-per fare un esempio- è stata liquidata dopo oltre un anno, oltre ha non essere mai stata corrisposta la mensilita’ aggiuntiva di luglio;
  10. Che di tale gravissima situazione né il Commissario liquidatore (la Fondazione è in liquidazione da ben due anni) nominato dall’IPAB né l’IPAB stessa si sono mai occupati;
  11. Che ad oggi il Commissario liquidatore non ha ritenuto né di incontrare (neppure per un minuto) i dipendenti né di aderire alle ripetute  richieste  di incontro dell’organizzazione sindacale presente Uiltucs Latina;
  12. Che lo stato di messa in liquidazione della Fondazione in assenza di prospettive per i dipendenti e, soprattutto, di dialogo con i responsabili della Fondazione e dell’IPAB, ha determinato preoccupazione ed ansia nei lavoratori, molti dei quali hanno da tale impiego l’unico reddito familiare, soprattutto all’indomani dell’ingiustificata chiusura dell’altra struttura gestita dalla Fondazione, la Casa Famiglia <Regina Apostolorum> di Gaeta;
  13. Che la stessa regione Lazio, la quale per legge vigila sull’IPAB e, quindi, anche sull’ente strumentale della stessa, attivata alla fine dello scorso anno dall’on. Simeone attraverso una puntuale interrogazione circa la grave situazione che si è venuta a determinare, ha ritenuto ad oggi di rispondere e di intervenire.
  14. La <visita> del 27 luglio del Direttore dell’IPAB, data in pasto alla stampa con accuse diffamatorie, aveva il solo scopo di cercare qualche pretesto per scaricare addosso ai dipendenti le gravissime inadempienze degli organi dell’IPAB e della Fondazione, unici responsabili di quanto sta accadendo in termini di illegittimità.

Si ribadisce che tutti i dipendenti che dovevano essere in servizio, come risulta dal <foglio mensile dei turni>- unico strumento di controllo e verifica utilizzato da tempo da parte dalla dipendente amministrativa- all’ora e nel giorno del blitz erano al proprio posto di lavoro.

 Presso la struttura non è stato mai attivato né dall’IPAB né dalla Fondazione alcuno strumento oggettivo di rilevazione delle presenze. Nonostante ripetute sollecitazioni in tal senso. Tuttavia, non si è mai verificato alcun episodio di assenteismo né alcuna anomalia nelle presenze. I dipendenti usano da sempre e correttamente i cosiddetti <fogli firma>, <sequestrati> dal direttore dell’IPAB nel blitz in questione e posti erroneamente alla base dell’accusa di assenteismo, al sol fine di comparare la loro presenza quotidiana con quella che risulta dal <foglio mensile dei turni>, quest’ultimo ad esclusivo appannaggio- in termini di controllo- della dipendente amministrativa, che in assenza reiterata della Responsabile della Casa di Riposo ne svolge illegittimamente, ma con il <silenzio assenso> degli organi dell’IPAB e della Fondazione, le veci.

I dipendenti in servizio presso la Casa di Riposo, che con sacrifici indescrivibili hanno caricato da tempo sulle proprie spalle la struttura per assicurare agli ospiti anziani un decoroso servizio e che hanno lavorato anche quando non venivano pagati, sono stati offesi, calunniati ed ingiuriati pesantemente. Basterebbe chiedere agli anziani ospiti, all’ex responsabile della Casa o alle tante persone (familiari degli ospiti e non) che quotidianamente si incontrano per appurare che quanto dichiarato o denunciato lede non solo gravemente la loro onorabilità ma è, soprattutto, falso.

Il blitz del 27 luglio e le notizie offensive per i dipendenti date in pasto agli organi di stampa hanno il solo obiettivo di portare anche questa struttura alla chiusura, così come è stato fatto senza alcun comunicato stampa con la chiusura della Casa Famiglia <Regina Apostolorum> di Gaeta.

Il personale si opporra’ congiuntamente alla Uiltus Latina a tali atteggiamenti , anche con il supporto degli enti preposti, in ogni sede e, soprattutto, difenderà la verità e cercherà di tutelare il proprio posto di lavoro. Queste lavoratrici questi lavoratori hanno dignita’ e’ sono l’unica risors

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